LAVOCE DEI POPOLI


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Introduzione

Attività > Danza e Cultura > La Pizzica

Due parole sulla Pizzica
di Barbara Cisotti


Nella Puglia Meridionale, Salento, le donne isolate dalla società, trovavano sfogo attraverso una interpretazione di movimenti frenetici, faticosi ed isterici riconducibili alla danza attuale della “pizzica salentina”.

La tradizione folkloristica racconta che queste donne venivano morse dal ragno della taranta che, essendo velenoso, dava origine ad uno stato di trans, di confusione psicologica e convulsiva.
In senso storico e religioso il morso della taranta era interpretato come un morso di un aracnide velenoso, per un altro verso i comportamenti connessi al tarantismo erano legati a scelte culturali definite a simboli mitico-rituali.

Ogni anno, più precisamente nel periodo di fine Giugno, nella Chiesa di S. Pietro e Paolo in Galatina, si svolgeva il rituale del “tarantismo”.

Le protagoniste erano le “tarantate”, donne che giungevano da diversi paesi del Salento e che erano state morse, spesso durante il raccolto nei campi, dal ragno “la taranta”.

Molte di loro avevano già celebrato nei rispettivi domicili un rito singolare: mediante il vibrante simbolismo della musica, del tamburello, della fisarmonica, del violino, della danza e dei colori, si erano sottoposte “all’esorcismo” della taranta, il cui morso immergeva in un “mortale languore” o in una disperata agitazione senza orizzonte.

Successivamente venivano condotte nella Cappella di S. Paolo in Galatina, per avere la grazia del Santo e per essere del tutto liberate dal veleno del ragno.

La crisi scaturita dal morso del ragno diventava in realtà la trasposizione di altre forme di “avvelenamento psichico”: traumi, frustrazioni, conflitti personali e sociali irrisolti, che venivano in questo modo evocati e risolti, oppure in occasione di determinati momenti critici dell’esistenza, come la fatica del raccolto, del lavoro, la crisi della pubertà, la morte di una persona cara, lo stato d’isolamento,
un amore infelice, la sottomissione all’uomo, la mancanza di un marito e di figli, i conflitti familiari, la miseria, la fame …

In queste situazioni insorgeva “la crisi dell’avvelenato” dal morso della taranta che doveva essere controllata ritualmente mediante l’esorcismo della musica, della danza, dei colori....

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